Presentato il libro di Simona Atzori e lo spettacolo "Cosa ti manca per essere felice?".
L'incontro con l'autrice e il coreografo Marco Messina al Teatro della Concordia
Venaria Reale - Milanese, Simona Atzori è figlia di genitori sardi. Pur essendo priva di braccia dalla nascita, non si è si è mai persa d'animo e ha intrapreso sin da giovane l'attività di pittrice e di ballerina classica. Il libro edito dalla Mondadori ”Cosa ti manca per essere felice?” è stato presentato al Teatro della Concordia, giovedì 15 novembre 2012, il giorno prima dello spettacolo di danza con Marco Messina e Salvo Perdicchizzi, ballerini del Teatro alla Scala di Milano, con la partecipazione della Scuola “Centro Danza Venaria” diretto da Laura Finicelli.
Quando ho saputo che Simona Atzori e Marco Messina si sarebbero esibiti a Venaria, il desiderio di fare un pezzo sull’evento è stato fortissimo. Quando il direttore della testata mi ha dato l’incarico di seguire la loro venuta in città, ho subito preparato l'intervista, un'occasione per incontrare due grandi artisti di fama internazionale, ma soprattutto per conoscere due persone con una forza ed una tenacia ineguagliabili.
Con lei c'è anche Marco Messina, di cui sentivo parlare in città già alcuni anni fa. Si raccontava di un ragazzino venariese del quartiere Rigola che era andato a Milano, non in cerca della fortuna, ma per realizzare il suo sogno: fare il ballerino. Di strada da allora ne ha fatta tanta, non è arrivato solo a Milano al Teatro alla Scala, ma ora è anche coreografo. Sorridente, disponibile, forse un po’ imbarazzato. Traspare la forte emozione per essere qui presente, di nuovo nella sua città. Sa che fuori dal teatro ci sono i suoi amici, gli amici di sempre, quelli che non ha dimenticato, riconosce e racconta del suo inizio al Centro Danza di Venaria, diretto da Laura Finicelli. Fin da piccolo, alle feste, in casa con gli amici, quando c'era la musica le sue gambe iniziavano a muoversi, le sue mani riempivano gli spazi a lui vicini ed il suo corpo si faceva travolgere da quel sogno che oggi, «è una magica e splendida realtà» come lui stesso afferma.Dopo tanti anni e dopo tanti spettacoli nei più grandi teatri del mondo, racconta che ogni performance ha la stessa emozione di sempre. La preparazione, il riscaldamento, l’adrenalina dei cinque minuti prima di entrare in scena, l’ansia, sembrano che facciano dimenticare tutto quello che hai imparato in questi anni. Invece, quando parte la musica e si alza il sipario, come d'incanto ritornano i passi e si inizia a vivere e disegnare le emozioni che questa bellissima arte porta con sè, in quei momenti sul palcoscenico c'è un'onda di energia che si trasmette di ballerino in ballerino fino ad arrivare al pubblico che con l'applauso la scarica per rimetterla di nuovo in circolazione.