Venaria pedala come non mai in questi giorni. A meno un giorno dalla partenza del Giro d'Italia «il fermento in città è elevatissimo», come dichiara Giuseppe Catania, sindaco della città. Turisti per la Reggia e l'evento sportivo, giornalisti, alpini per il raduno nazionale di domenica 8 maggio a Torino. Un pullulare di gente che non può che far piacere ospitare sul territorio. «Una trasformazione dell'identità di questo luogo alle porte della capitale sabauda, che ora viene riconosciuta internazionalmente per quel che è: un polo culturale che ha il suo motore nella Reggia, d'Italia per l'occasione dei festeggiamenti dei 150 anni di unità nazionale» - afferma l'assessore alla Cultura, Turismo e Grandi Eventi della Città di Venaria Reale, Fosca Gennari. Venaria è tutto questo, ma è anche culla di un importante gruppo di ciclisti, che soprattutto negli anni '50 e '60 hanno contribuito alla storia del ciclismo. Per questo il sindaco Giuseppe Catania, in concerto con l'Amministrazione comunale, ha voluto fortemente ringraziare gli atleti che a pieni polmoni e tanta gamba hanno fatto grande già allora la città. Giovedì 5 maggio 2011, presso la sala del Consiglio comunale, è stata presentata in una affollatissima conferenza stampa, la pubblicazione “Venaria sui pedali”. Con una veste grafica fresca e nuova, il progetto editoriale dell'Ufficio Comunicazione della Città di Venaria Reale, diretto da Alessandro Visentin, è stato realizzato in collaborazione con l'associazione ciclistica FreeBike. Nell'opera viene raccontata la storia del ciclismo protagonista a Venaria sin dalla fine dell'ottocento. Il gruppo di autori, Elisa Pittavino, Vittorio Billera, Alessia Noto, raccontano attraverso un'attenta e precisa ricerca, i professionisti, dilettanti e amatori dello sport del Giro che hanno preso il via dalla nostra città. Col capitolo “I pionieri del ciclismo” si ripercorrono le vicende di Pasquale Busso, da ciclista ad innovatore, a fine carriera diventò l'artigiano che inventò i cerchi in alluminio! E poi Giuseppe “Gilin” Previgliano, il capostipite di una famiglia di corridori, che ha trasmesso la passione al figlio Giuseppe, Giovanni, Giacomo e che continua con i nipoti Giovanni e Devis Jim. Poi Felice “Lici” Lissona, che da Altessano arrivò al Giro d'Italia, partecipando nel 1932 alla 26^ edizione. Poi i tempi del secondo dopoguerra, dove personaggi come Agostino Coletto, nato nel 1927, che da podista che viveva alla Mandria con la famiglia, si svegliò un giorno grande ciclista partecipando, tra gli anni '50 e '60, alle maggiori gare, tra cui la Milano-Torino, il Giro d'Italia, il Tour de France, conquistando spesso posizioni di alto livello. Infine un altro grande tra i grandi: Giuseppe Cainero, lo scalatore che impressionò Fausto Coppi. Friulano di nascita, classe 1932. Fu recandosi tutti i giorni al lavoro in bicicletta che scoprì la sua passione per il ciclismo. Nel 1956 fece parte della squadra Carpano-Coppi a cui seguì dal 1958 e fino al 1961 la Carpano. Tra le più grandi soddisfazioni raggiunte in carriera la vittoria del Campionato di Zurigo, nel 1958, quando in volata superò il tedesco Junkermann. Due grandi incontri segnarono la sua vita: quello con Nino De Filippis e quello, avvenuto a 24 anni, col grandissimo, Fausto Coppi, il quale nutriva una vera e propria stima per il giovane ciclista. Nel 1962 Cainero decise di abbandonare definitivamente il mondo del ciclismo agonistico, per dedicarsi a tempo pieno al lavoro di vigile presso il Corpo della Polizia Municipale di Venaria Reale, di cui fu comandante fino al 1994. Infine un'ultima parte dedicata al fervente mondo dilettantistico del ciclismo venariese che ha attraversato il '900. La redazione di Venaria Tv ringrazia il vulcanico Giacomo Previgliano che di smettere di pedalare proprio non ne vuol sapere!