“C'ero anch'io”: il corto di Ranieri Carlo Saporiti sulla Resistenza
La Redazione di Venaria.tv volentieri pubblica il lavoro del regista venariese, realizzato nel 2003 con protagonisti i ragazzi della scuola media Lessona e la sentita collaborazione dell'Anpi venariese. Pubblicato in prima nazionale nel 2005 al Teatro della Concordia, rimane una lucida testimonianza ed uno strumento di riflessione per non dimenticare.
Il contributo si divide in due filmati: il primo, in cui è possibile visionare “Cero anch'io”, il secondo in cui è sviluppato un approfondito backstage realizzato in collaborazione con Extracampus, per conoscere i protagonisti del progetto, il regista Saporiti, l'analisi che fa il professor Franco Prono, dell'Università di Torino, sull'uso del cinema nella didattica, e un'intervista a Luigi Cattaneo, presidente dell'Anpi della provincia di Torino e vicepresidente nazionale.
Di seguito una breve presentazione del cortometraggio scritto da Bruno Gambarotta.
Vitt. Bill.
Desidero far giungere al regista e a tutti coloro che, in ruoli diversi, hanno collaborato alla sua realizzazione, il mio caloroso apprezzamento per i risultati raggiunti. In particolare il lavoro rivela una maturità sicura, frutto di un impegno serio e appassionato, nell’ideazione, nella documentazione, nell’organizzazione e nelle riprese. Ciò è tanto più importante e significativo in un momento in cui l’accessibilità dei costi e l’apparente facilità di utilizzo degli strumenti di ripresa e montaggio elettronici portano a credere che realizzare un audiovisivo sia un’impresa facile e alla portata di tutti, senza sottostare alle fatiche della stesura di un copione documentato e di una preparazione accurata. Il secondo aspetto che merita di essere sottolineato è il ricorso al contributo creativo di un gran numero di persone; si intende spesso dimenticare che un film è un’opera collettiva ancorché giustamente firmata dal regista come responsabile artistico del prodotto finale.
Un progetto del genere ha forti valenze pedagogiche e maieutiche già nel suo farsi e non solo quando diventa prodotto finito.
Il terzo e forse più importante titolo di merito va a Ranieri Carlo Saporiti per il suo contributo alle tematiche relative al “passaggio del testimone” fra le generazioni. La trovata centrale del soggetto (due studenti delle medie, Diana e Mirko, si addormentano durante una noiosa lezione di storia e si trovano nel sogno a vivere una pagina di storia drammatica accaduta nel loro paese nel lontano 1944) è la chiave giusta per rendere credibile un racconto di eventi passati che, per le abissali differenze con le condizioni di vita attuali, stenta ad avere, a detta dei ragazzi di oggi, uno statuto di verosimiglianza.
Per tutte queste ragioni credo che “C’ero anch’io” costituisca un valido modello da adottare.
Bruno Gambarotta
Presidente dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza di Torino
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