100 anni di una grande storia

maria gnoffo

12/07/2011

 
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Di Vittorio Billera, Clay Beltrame

 

UNA DONNA D'ALTRI TEMPI


Storia della centenaria venariese Maria Gnoffo
 

Sentire raccontare il vissuto di una persona, ci aiuta meglio a comprendere la vita, le aspettative, i sogni ed i desideri di quest'ultima. Sono tante le storie di donne che portano sul corpo, come fossero cicatrici, gli anni vissuti tra i sacrifici di una lontana Italia degli anni '40, dove un paese afflitto dal dramma della guerra cercava di riemergere e trovare dignità, tra gli stenti dettati dalla fame e la paura di chi agli occhi era sconosciuto. Maria Gnoffo, vedova Tandurella, nasce a Gela (CL) il 3 maggio 1911, si sposa giovane e segue il marito, imprenditore edile, a Tripoli, in Libia, in cerca di fortuna. Partorisce quattro figli, due dei quali, purtroppo, vengono a mancare in tenera età. Nel 1941, allo scoppio della 2° guerra mondiale, rientra in Italia. Il marito, chiamato alle armi, rimane in Africa a servire la Patria e nel frattempo, Maria dà alla luce una bimba che nasce a Gela nel '42. Vista la situazione, i parenti si prendono cura di Maria e dei suoi piccoli. Ma lei non demorde, donna forte e tenace non si arrende alle insidie della vita, così decide di trasferirsi dai nonni a Roma, portando con sé i suoi tre figli. La guerra divide ed unisce sempre più le famiglie; si collabora fra gente comune accogliendo coloro che hanno bisogno di aiuto. La sera le persone si riuniscono attorno ad un camino e dividono quanto raccolto durante la giornata: prima i bambini, poi le donne, e quello che resta viene diviso fra gli uomini presenti. Il 24 luglio 1943 segna per l'ennesima volta la famiglia di Maria. Il marito durante un attacco rimane ferito. Per questo viene trasferito a Roma dove può rivedere la famiglia. È un dolore che si trasforma in gioia, perché dopo molto tempo la famiglia Tandurella si può riunire. Maria non si arrende, il suo forte carattere, l'essere combattiva e non perdersi d'animo, l'aiuta ad affrontare qualsiasi difficoltà. Trova così sistemazione per tutta la famiglia presso il Centro Profughi allestito presso la scuola Mirelli a Torquato Tasso. Dopo un periodo vissuto nel centro profughi, Maria sprona tutta la famiglia a tornare a Tripoli, così all'inizio del 1944 tentano di andare a casa, ma arrivati a Siracusa vengono prelevati dagli americani e internati in un campo di concentramento. Rabbia, paura, orrore, Maria si chiede cos'altro deve passare e subire nella sua vita; lei dedita ai figli, loro prima di qualsiasi altra cosa. Sono innumerevoli le rinunce che deve affrontare, ma non si perde mai d'animo. Spostati a San Paolo Solarino (SR), nel 1946 arriva un nuovo figlio di nome Salvatore. Nel frattempo iniziano le partenze per tornare in Libia. Il sogno di rivedere Tripoli e tutta la famiglia spinge Maria ed i suoi cari ad imbarcarsi durante la notte di nascosto, pur affrontando le difficoltà di un viaggio così pericoloso. Ma il destino vuole che la sera dell'imbarco, sorpresi dai controlli dei militari, vengano nuovamente deportati al campo di concentramento di Siracusa, dove vi rimarranno sino al '49. È di nuovo ora di partire, di cambiare città, il marito trova impiego presso la Fiat di Torino. Si trasferiscono dunque nel capoluogo piemontese dove trovano un piccolo appartamento all'interno del plesso scolastico San Giovanni. La famiglia si amplia con la nascita di un ulteriore maschio che si chiamerà Piero. Di lì a poco tutto l'edificio viene definito non agibile e tutte le persone devono lasciare immediatamente lo stabile. La famiglia verrà così spostata come profughi alle casermette di Rivoli. Maria non si abbatte, la sera, dopo aver messo a letto tutti i figli prega, e confida nell'aiuto del buon Dio per un futuro migliore. Arriva poi la risposta tanto attesa: nel 1951 Maria si trasferisce con tutta la famiglia in una casa Fiat, in via Valentino Carrera a Torino, dove tutt'ora vive seguita amorevolmente dai figli e dai nipoti. Ascoltando e rileggendo la storia di Maria, si ripercorre il vissuto di una donna forte, caparbia e determinata. Non si è abbattuta davanti agli ostacoli della vita, mettendo sempre al primo posto le necessità dei figli e l'amore per il marito. Oggi Maria ha cent'anni, è lucida e molto presente, le piace stare in compagnia dei giovani, stare con i nipoti. Passa le giornate insieme ai figli ed alla nuora con la quale ha un rapporto molto forte, ma alla sera vuole rientrare a casa, nella sua casa dove ritrova tutti i suoi ricordi..... auguri Maria, buon compleanno!

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