Il 25° compleanno di Barricalla

29/10/2013





Servizio di Vittorio Billera

 
Il 25° compleanno di Barricalla  

Torino – Tra le iniziative per i 25 anni di Barricalla S.p.A., si è tenuto venerdì 25 ottobre 2013, presso l’Unione Industriale, il convegno “Pubblico e privato. Due facce dello stesso sviluppo”.  
Quindi Pubblico e Privato a confronto, per affinare le sinergie possibili. Ma come può una discarica contribuire a ridurre l’impatto ambientale? Sembrerebbe un paradosso. Eppure a Collegno, nella frazione Savonera, nel torinese, ha sede il sito di smaltimento per rifiuti speciali e industriali più grande d’Italia, gestito dalla società a capitale pubblico-privato (il 30% è detenuto da Finpiemonte Partecipazioni, mentre il restante 70% è suddiviso in egual misura tra Sereco Piemonte e Sadi Servizi Industriali) Barricalla, che, appunto, nel 2013 ha compiuto 25 anni di attività. Un quarto di secolo in cui si è cercato di mantenere un dialogo costante con i portatori di interesse, compresi i cittadini, all’inizio legittimamente preoccupati per l’”ecomostro”.  

Durante la giornata si è preso in esame l’anno 2012 per confermare i benefici che Barricalla ha portato alla comunità: oltre 9 milioni di euro restituiti al territorio sotto diverse forme, l'importante gettito fiscale, i vari servizi che hanno una ricaduta sulla comunità, le attività per le scuole, l'educazione ambientale, l'attività sportiva.  

La storia di Barricalla inizia nei primi anni ’80: allora “l’area su cui oggi insiste la discarica di rifiuti industriali pericolosi più importante d’Italia era un’area completamente degradata. La zona all’epoca ospitava infatti una cava di ghiaia di circa 600.000 metri cubi, che rappresentava un grave rischio per l’integrità della falda acquifera sottostante”.  
Barricalla accoglie ogni anno 130.000 tonnellate di rifiuti speciali da tutta Italia. Dal 1998, il sito ha ottenuto ogni anno la certificazione EMAS, a garanzia di un modello di gestione ambientale efficace.  
Fin dai primi anni di funzionamento, la discarica ha aperto le porte agli atenei, in linea con un approccio scientifico allora molto raro. Pian piano, la discarica diventa così un laboratorio a cielo aperto, anche grazie ai progetti LIFE: nel 1995 il primo progetto per il monitoraggio integrato di aria, acqua e suolo, seguito nel 2003 da FALL (Filtering of Asbestos fibres in Leachate from hazardous waste Landfills), in collaborazione con l’Università Ca’Foscari di Venezia, per mettere a punto tecniche di cattura di particelle infinitesimali di amianto rimasto nelle acque di particolato.  

Nuovi spazi nel futuro della discarica: i due ancora in funzione sono ad un livello di riempimento intorno al 60%. Si sta valutando la possibilità di estendere il volume della discarica dagli attuali 875.000 metri cubi a oltre un milione, ampliando l’attività del sito di smaltimento ai mercati d’oltralpe. Le aree esaurite vengono valorizzate con la realizzazione di impianti fotovoltaici. Il primo è già stato inaugurato a ottobre 2011 ed è in grado di coprire i consumi del sito e soddisfare il fabbisogno energetico di 500 famiglie. Potrà durare vent’anni a pieno regime, trenta in condizioni di efficienza. Lo stesso periodo richiesto per la progressiva dismissione della discarica.
   

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